Cucino terapia

Malattia di Alzheimer e riabilitazione: prevenire il declino per preservare la dignità
giugno 5, 2018

La Cucino terapia

 

Il cibo è sempre stato al centro della vita di ognuno, che lo si viva come soddisfacimento di un bisogno primario o che sia associato al piacere. Da sempre, inoltre, la tavola rappresenta quel luogo di ritrovo, dove ci si incontra, si racconta, si mangia, quasi come se il cibo rappresentasse il nutrimento dell’anima.

 

La cucino terapia stimola sia il corpo che la mente: dal coinvolgimento di spalle, mani, polsi, gomiti e collo, alla stimolazione delle funzioni cognitive. In un contesto protetto come il nostro, questa terapia rappresenta parte integrante del training cognitivo e socio relazionale. L’obiettivo è di preparare dei piatti sempre più elaborati che richiedono: tempo, attenzione, memoria, concentrazione, capacità di collaborare, pazienza, movimento del corpo e condivisione nel momento del banchetto. I dolci, in maniera particolare, hanno un effetto benefico anche sull’umore, diminuiscono l’ansia e lo stress, poiché toccare con le mani gli ingredienti immediatamente innesca un senso di tranquillità. L’attesa della lievitazione e della cottura, inoltre, insegna a non spazientirsi. L’autostima, infine, elemento fondamentale per i nostri pazienti, viene accresciuta esponenzialmente, nel momento in cui ci si ritrova davanti al piatto finito e si gusta insieme agli altri.

I dati rilevati da uno studio condotto dalla TOHOKU UNIVERSITY di SENDAI dimostrano come cucinare potenzi le capacità cerebrali, in quanto vede coinvolte diverse attività del cervello che lo aiutano a mantenersi giovane, attivo e rinvigoriscono le funzioni cognitive.


 

La stimolazione delle funzioni cognitive, la diminuzione di ansia e stress, il lavoro di gruppo e l’aumento del senso di autostima sono gli “ingredienti” dei due laboratori di cucina attivi nella nostra struttura, denominati: “mani in pasta ” e “le torte della nonna” rispettivamente svolti da pazienti psichiatrici e pazienti affetti unicamente da demenza. I laboratori vengono svolti con una frequenza di due volte al mese e sono seguiti da altre attività quali: pic-nic o merende pomeridiane.

Dalla sola osservazione da parte degli operatori si è visto come sia alto il tono dell’umore quando si esercitano tali laboratori, quanta iniziativa ci sia da parte di alcuni pazienti tanto da proporre nuove ricette per le volte successive.

Uno dei nostri obiettivi è far si che gli ospiti si sentano quanto più a proprio agio e in un ambiente familiare: cucinare permette di avvicinarsi il più possibile alla quotidianità di una casa e di una famiglia.

Bibliografia

– SHIRA R. Cucinoterapia. Curare, accudire, amare se stessi e gli altri con il cibo. SALANI EDITORE

– SHIRA R., BAY A.  L’amore goloso, TEA.

 

Dottoressa Matrundola Gabriella

Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica

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